Introduzione all’archeologia nel Rinascimento
L’archeologia nel Rinascimento si iscrive in un movimento tipico di questo periodo dove l’antichità, percepita come definitivamente superata, è messa a distanza e studiata come materia storica.
Petrarca e Boccaccio sono i grandi precursori di questo movimento che è annunciato dall’approccio critico e filologico dei documenti. Si cerca di stabilire attraverso i testi antichi e, più tardi, attraverso le vestigia dell’antichità, la storia locale che veicola volentieri un forte patriottismo municipale. Poco a poco, i monumenti (resti archeologici, monete e iscrizioni) si impongono come autorità allo stesso titolo degli autori antichi.
In un quadro municipale, gli studi antiquari servono a stabilire la nobiltà e la preminenza della città sulle altre, segnatamente per l’antichità ; nel contesto della corte, essi legittimano il presente attraverso il passato. Quanto alle collezioni di antichità, esse hanno un valore sociale così come diventano uno strumento di potere.
Lione si impone come la città di Francia dove fioriscono inizialmente gli studi antiquari e il gusto del collezionismo antico. Nel campo dell’editoria, Lione è ancora una volta all’avanguardia poiché vengono pubblicati, fin dagli anni Venti del Cinquecento, libri di materia antiquaria oltre che la prima edizione di Vitruvio in Francia.