Veduta di Ainay

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Disegno della veduta di Lione, L’Origine et le antichità di Lione, 1559.
Torino, Archivio di Stato, JA.X.16, f. 11r
© Archivio di Stato di Torino

La figura dell’isola d’Inea è una piacevole veduta a volo d’uccello di Lione e come l’annuncio della passeggiata archeologica alla quale ci invita Simeoni nell’Origine et le antichità di Lione, manoscritto composto nel 1559. In primo piano, il villaggio della Ghigliotiera difende l’accesso al ponte sul Rodano. Tra Saona e Rodano, il quartiere di Ainay è notevole per i campanili della sua abbazia e il duomo di Saint-Michel d’Ainay, oggi scomparso. Sulle rive della Saona, dalla parte della collina, si indovina da destra a sinistra, l’ospedale della Quarantena fuori della città, la porta del quartiere Saint-Georges al di sopra del quale vi sono le mura che salgono verso Saint-Just. Poi, sempre sulla riva della Saona, si scorgono le imponenti torri della Commanderia Saint-Georges. Sul crinale si trovano gli archi, allora molto visibili, dell’acquedotto all’altezza del sifone di Saint-Irénée, il quartiere Saint-Just e la sua veneranda chiesa ; poi, si nota il profilo caratteristico dell’odeon antico con accanto, a sinistra, la chiesa dei Minimi appena costruita, e a destra, la villa dell’Antiquaille ; più in basso, si vede la casa del Du Choul. Infine, in cima alla collina domina la chiesa di Forviera dove si conclude la passeggiata del Simeoni. L’autore ci mostra qui tutte le sue capacità di disegnatore dal vivo, che perfezionò certamente nelle sue attività legate alla guerra. Come l’incisione di Woeiriot che riportiamo, Simeoni può aver disegnato la veduta di Lione dall’altura Béchevelin. Non si può nemmeno escludere che si sia ispirato a questa stessa incisione per il proprio disegno. Scegliendo questa visuale rispetto ad altre, il Simeoni si sofferma in particolare sul quartiere di Ainay, la mitica Isola gallica – nel cuore del regno e all’incrocio dei fiumi – il cui nome ha origine dagli Ateniesi (Ainay derivando da « athanacus ») che fondarono la città. In tal modo, sottoscrive al mito costruito da Symphorien Champier e ripercorso da molti altri autori che mira a dimostrare la grande antichità di Lione e, di conseguenza, la sua eccellenza sulle altre città del regno.