Nel manoscritto dell’Origine et le antichità di Lione, il Simeoni critica certi antiquari lionesi, alcuni già morti come Symphorien Champier, autore di diversi trattati che dedica a Lugdunum come Ung petit livre de l’antiquité, origine et noblesse de la tresantique cite de Lyon (Lione, 1529) ; altri ancora vivi : i fratelli Paradin fanno parte di questa categoria. Simeoni attacca (« la medaglia, che alcuni hanno male interpretata », f. 3v) dapprima Claude Paradin che, nell’edizione aumentata del 1557 delle sue Devises heroïques (p. 68–69) interpreta, erroneamente, una moneta in cui si legge COL. NE. e che egli scioglie in COLLIGAVIT NEMO. Simeoni corregge l’interpretazione del Paradin con uno scioglimento corretto : COLONIA NEMAVSENSIS, pur copiando l’incisione estratta dalla raccolta del suo concorrente. Questa moneta è un’asse di Nîmes emessa tra il 9 e il 3 a. C.
Ma l’attacco il più forte riguarda il fratello maggiore, Guillaume Paradin, che criticò aspramente Beroso e i suoi seguaci nel suo De antiquo statu Burgundiae liber, Lione, Dolet, 1542. Il Simeoni, seguendo l’esempio di Guillaume Postel, teneva in gran conto gli scritti apocrifi pubblicati da Annio da Viterbo e tacciava quelli che li criticavano di « ignoranti » (f. 13r)