Simeoni alla scoperta della Roma antica nel 1542
Simeoni, in un’interessante lettera (ASF, Mediceo del Principato, filza 377, 498) che indirizza a Cosimo de’ Medici, spedita da Roma e datata nel « giorno di S. Iacopo nel XLII », cioè il 25 luglio, si descrive in preda a tormenti che intende scacciare andando alla ricerca di antichità e di iscrizioni epigrafiche nel corso di una passeggiata archeologica a Ostia : « […] andando sfogando i miei dolori il meglio che posso tra le rovinate reliquie della grandeza antiqua di questi romani, non sò come à queste mattine capitai à Porto et à Ostia vicina à qui XII. migliá : dove considerata piu amplamente la grandeza loro, et dove tutte le riccheze, et l’opere maravigliose del mondo capitavano per mare in un porto fatto prima violentemente da Claudio Imperatore, et poi rassettato da Traiano, non mi sarebbe paruta dolce cosi cara vista, se di quella partecipe non havessi fatto il mio Signore : et cosi (quello che io non imparai mai) messomi rozamente à disegnare col zafferano, con l’herbe, et co carboni, di quella medesima, piú al naturale che io potei, cavai questo ritratto, con uno epitaffio antico, dove e una annotatione d’un diphtongo greco, et lo mando à l’Ecc.za .V. pregandola (come ho detto) che mi scusi della dipintura, perche il mio Mercurio non andò mai alla scuola d’Apelle, si come ha fatto à quella di Socrate, di Virgilio, di Tullio, del Petrarca et del Boccaccio… »