Jean de Tournes è riconsciuto come colui della sua generazione che produsse i più bei libri stampati a Lione. Stampatore e letterato, entrò nell’officina di Sebastien Gryphe nel 1532 e si occupò, tra il resto, della composizione delle Opere toscane di Luigi Alamanni, grazie alla qual cosa confessava essersi iniziato all’italiano. È in questa stessa officina che imparò lo spagnolo e le lingue antiche. Nel 1542, questo artigiano colto creava la sua attività di tipografo. Le sue produzioni sono caratterizzate dall’uso di bei caratteri di stampa, dall’eleganza della composizione e dalla ricchezza dell’illustrazione. Sempre attento a soddisfare la mente come l’occhio, prese come collaboratore uno dei migliori pittori di Lione, Bernard Salomon. La pubblicazione d’opere in lingua volgare è ampiamente maggioritaria nel catalogo di Jean de Tournes. La parte delle sue pubblicazioni consacrata alle lettere è assai elevata e testimonia – oltre alle sue aspirazioni culturali – della rete di amicizie soprattutto regionale : Jean de Tournes pubblica i poeti della scuola lionese. La sua ottima reputazione gli valse nel 1559 l’ufficio di stampatore del re a Lione. Nel quadro delle sue edizioni di testi in italiano, Jean de Tournes si circondò di Italiani come Massimo Teofilo, Damiano Maraffi e Gabriele Simeoni. Sotto le presse di Jean de Tournes, infatti, escono nel 1558 Les Illustres observations antiques e la sua versione italiana più ampia (due modelli di impaginazione – l’opera combinando illustrazioni estremamente disparate – che dimostrano la totale padronanza di Jean de Tournes) ; poi, nel 1559, La Vita et Metamorfoseo d’Ovidio. In questi due anni Simeoni non aveva rotto la collaborazione con Guillaume Roville, suo concorrente, poiché stava finendo per lui la traduzione delle opere del Du Choul e l’impresa editoriale delle Imprese giungeva alla fine.