L’Italia a Lione nel Rinascimento :
l’esempio di Gabriele Simeoni
Queste mostre virtuali rientrano nell’ambito del progetto di ricerca L’edizione italiana nello spazio francofono nella prima età moderna. EDITEF si propone di federare le ricerche sulla produzione, la diffusione e la conservazione al nord delle Alpi dei libri italiani, patrimonio indispensabile alla genesi dell’Umanesimo e del Rinascimento nell’Europa continentale. Per saperne di più.
Gabriele Simeoni (Firenze, 1509 – morto in Francia dopo il 1577), poligrafo fiorentino, ebbe un percorso intellettuale e artistico su entrambi i versanti delle Alpi. Proveniente da un ambiente popolare, debuttò in società con una carica presso la cancelleria della Repubblica fiorentina. Alla fine dell’anno 1528, fu mandato in Francia al seguito dell’ambasciatore Carducci. La repubblica di Firenze cedeva agli attacchi delle truppe imperiali. Il Simeoni, per dieci anni, frequentò la corte del re di Francia dove fu protetto, in particolare, da Giovanni Caracciolo, principe di Melfi. Nel 1539, Simeoni tornava a Firenze dove restò fino al 1546. Durante questo periodo fiorentino, per evitare problemi, rimase alcuni mesi a Roma tra il 1542 e il 1543. Nel 1546, pubblicò le sue opere giovanili a Venezia. Seguirono molti anni di vita errante e di precarietà tra l’Italia settentrionale e la Francia. È a Lione, dove si stabilì nella prima metà degli anni 1550, che il suo lavoro dà i frutti più notevoli. Gli ultimi anni della sua vita restano misteriosi.
Le tre mostre virtuali che consacriamo a questo personaggio hanno lo scopo di valorizzare le attività del Fiorentino a contatto con il Rinascimento lionese, segnatamente in campo editoriale.
La mostra consacrata alle imprese mette in evidenza il ruolo centrale di Simeoni nella prima edizione illustrata della raccolta delle imprese di Paolo Giovio la cui importanza è capitale per la diffusione di questa moda. Attraverso il percorso preciso di un singolo e molto rappresentativo esempio di passaggio da un manoscritto all’edizione, la mostra vuole mettere in evidenza i legami tra autori, committenti ed editore, senza tralasciare le rivalità tra gli autori. Entriamo così nel vivo dell’attività di una tipografia lionese del Cinquecento dove i protagonisti lavorano attorno a testi italiani, rivolti a un pubblico interessato all’Italia.
La mostra dedicata alle antichità di Lione ricolloca il Simeoni nell’ambiente degli antiquari lionesi, presentando libri stampati e manoscritto dell’Origine et le antichità di Lione, pur ricordando le origini dell’interesse del Fiorentino per questa scienza.
La mostra sui ritratti astrologici del Simeoni valorizza l’interesse, immutato durante tutta la sua carriera, per l’autoritratto e l’autocelebrazione – che ha un equivalente contemporaneo unicamente nello scultore fiorentino Baccio Bandinelli –, in particolare, attraverso il simbolismo astrologico, eredità della cultura fiorentina che egli coltivò con profitto fin dai primi anni francesi.