Lettera del Roville al Domenichi

Let­te­ra dedi­ca­to­ria da Guillaume Roville a Lodo­vi­co Dome­ni­chi scrit­ta da Lione, il 21 giu­gno 1559, estrat­ta dal Dia­lo­go dell’imprese mili­ta­ri et amo­rose di Mon­si­gnore Gio­vio Ves­co­vo di Noce­ra ; Con un Ragio­na­men­to di Mes­ser Lodo­vi­co Dome­ni­chi, nel mede­si­mo sog­get­to. Con la tavo­la, In Lione, appres­so Gugliel­mo Rovi­glio, 1559, p. a2r-v.

Al mol­to vir­tuo­so et hono­ra­to M. Lodo­vi­co Dome­ni­chi, Gugliel­mo Rovi­glio Salute et pace nel Signore.

Quan­tunque io non dubi­ti pun­to M. Lodo­vi­co hono­ra­tiss. che’l veder fuo­ri à quest’hora il Dia­lo­go dell’Imprese di Mons. Gio­vio vi por­ga una subi­ta­na mara­vi­glia, tut­ta vol­ta ten­go per cer­to, che inte­sa la cagione, ces­se­rete di mara­vi­gliar­vi. Per­cioche trovandom’io, quan­do la cor­te­sia vos­tra mi fece appre­sen­tare il libro per M. Fran­ces­co e Simon Maz­zei, sul prin­ci­pio dell’intaglio del­la Cas­tra­me­ta­tione e reli­gion de’ Roma­ni, ove tene­va tutt’i miei inta­glia­to­ri e pit­to­ri occu­pa­ti, per non poter­vi atten­der così in pron­to, dis­si loro, ch’io e per l’affettion, che por­to all’Autore, le cui his­to­rie have­va di già fatte tra­durre e stam­pare in nos­tra favel­la fran­cese, et anco per sodis­fare à voi, che con tan­ta amo­re­vo­lez­za à ciò m’invitavate : dove vi pia­cesse haver patien­za infi­no à tan­to, che l’incominciato lavo­ro si man­dasse à fine, l’haurei con tut­ti que­gli hono­ri et orna­men­ti : che da me si potes­ser mag­gio­ri, volen­tie­ri man­da­to fuo­ra. La onde stan­do­mi in ques­to pro­po­si­to, à pena i miei s’eran del­la pri­mie­ra occu­pa­tion libe­ra­ti, che mi venne in mano il libro stam­pa­to in Roma ; il quale pos­cia che io heb­bi ris­con­tra­to col vos­tro, e tro­va­to­lo mal conforme e peg­gio cor­ret­to, mi crebbe tan­to più il desi­de­rio di sodis­far­vi, quan­to si vede­va aper­to­si fat­ta impres­sione esser segui­ta contro la vos­tra volon­tà. Et così feci con ogni cal­dez­za met­ter mano all’opra : laquale per cagion delle figure, che visi richieg­gon conve­nien­ti à sí nobil sog­get­ti, non s’è potu­ta asso­luere infi­no al pre­sente tem­po. Perche voi vedu­ta la mia tar­dan­za (e per­aven­tu­ra anco per­sua­so­vi, che, per essere il libro stam­pa­to in Roma, io mene doves­si hog­gi­mai res­tare) per non fare tor­to all’autore, et à voi stes­so, sos­te­nete buo­na parte del det­to Dia­lo­go ; ne indriz­zaste un’altra copia à M. Gabriel­lo Gio­li­to in Vine­gia insieme con l’aggiunta d’alcun’altre vostre imprese del­la mede­si­ma argu­tez­za e leg­gia­dria : laqual cosa mi ritenne una buo­na pez­za in forse : e vera­mente s’io non mi fos­si tro­va­to tan­to innan­zi (che già era di là del mezo de gli inta­glij e figure) non è dub­bio, che ques­to intop­po m’havrebbe fat­to aban­do­nar l’impresa ; non già ch’io mi pen­tis­si di voler com­pia­cere à voi, ma solo per non far tor­to al buon Gio­li­to ; cui io per li suoi meri­ti di ver­so me hono­ro et osser­vo con quel­lo affet­to, che si dee osser­vare un pres­tan­tiss. e pie­to­so Padre. Tro­van­do­mi dunque tan­to innan­zi, e per la vaghez­za delle figure anco spro­na­to da mol­ti gen­ti­li spi­ri­ti à condur l’opra à fine, non hò potu­to man­care al meri­to del­la cosa et al desi­de­rio degli ami­ci. Ecco havete à pie­no la cagione del­la mia tar­dan­za. Res­ta hora il mio Dome­ni­chi, che voi mi fac­ciate buo­na la scu­sa secondà la sem­pli­ci­tà, che vi si narrà ; è che accet­tiate il libro con quel buon cuore, che vi si man­da. Per­cioche è cosa ragio­ne­vole ; che, haven­do­lo­mi voi man­da­to à donare in bel­lis­si­ma scrit­tu­ra e pit­tu­ra di mano, io lo vi riman­di altresì in bel­lis­si­mi carat­te­ri di stam­pa e di figure d’intaglio. Accet­tan­do dunque il libro come vos­tro, e’l buon’animo come mio, sarete conten­to di tener­mi sempre verde nel ric­co teso­ro del­la vos­tra memo­ria, con ispen­der­mi libe­ra­mente per quel, ch’io vaglio, come vos­tra buo­no ami­co e fra­tel­lo. E con ques­to res­to pre­gan­do il Signore, che sia sempre vos­tra cus­to­dia e com­pa­gnia. Di Lione il di XXI. di Giu­gno del LIX.