Della differenza tra gli huomini

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Impre­sa del­la dif­fe­ren­za tra gli huo­mi­ni, Dis­cours Fran­cois…, 1556.
Firenze, Biblio­te­ca Medi­cea Lau­ren­zia­na, ms. Ash­burn­ham 1376, f. 65r
© Biblio­te­ca Medi­cea Laurenziana

Dis­cours Fran­cois, Tos­can et Latin du Sei­gneur Gabriel Simeon Flo­ren­tin EUDOKIAS sur la cognois­sance des esprits et des­seings des ho[m]mes sui­vant un Dia­logue Ita­lien i[m]parfaict des Devises amou­reuses et mili­taires de Mon­sieur Paul Iovio Evesque de Nocere. Avec l’adiunction de LXXX Novelles Devises, inven­tees, ordon­nees et encores mieux declai­rees par le dit Simeon selon l’Estat & qua­lites des Per­so­nages. À la Royne de France. (ms. Ash­burn­ham 1376) è un pro­get­to edi­to­riale che non si è concre­tiz­za­to ma che è ser­vi­to a cos­truire l’iconografia del Dia­lo­go dell’imprese mili­ta­ri et amo­rose di Pao­lo Gio­vio pub­bli­ca­to da Roville in 1559. E’ inoltre all’origine del­la rac­col­ta di imprese, usci­ta nel­lo stes­so momen­to e dal­lo stes­so libraio, inti­to­la­ta Le imprese heroiche et mora­li conce­pi­ta dal Simeo­ni. Al foglio 120 del manos­crit­to, il Simeo­ni ripor­ta ques­ta impre­sa : « Ma se uno voles­si misu­rare & cognos­cere quale & quan­ta dif­fe­ren­za sia da uno huo­mo dot­to à uno igno­rante, io non vor­rei fare pigliare altra impre­sa ch[e] di due Glo­bi l’uno del Cie­lo & l’altro del­la Ter­ra con ques­to mot­to nel mez­zo ITA HOMO HOMINI PRAESTAT. »

L’« impre­sa del­la dif­fe­ren­za tra gli huo­mi­ni » cita il suo mot­to dall’Eunu­co di Teren­zio in cui Gna­tone escla­ma « Quale super­io­ri­tà d’un uomo su un’altro uomo ! Quale dis­tan­za tra un uomo di spi­ri­to e uno stu­pi­do » (Teren­zio, Eunu­co, II, 2, v. 232). Per quan­to riguar­da il dise­gno, si trat­ta di un auto­ri­trat­to astro­lo­gi­co del Simeo­ni in cui il Sole è nel suo segno ascen­dente, il Can­cro, mentre la Luna è in Scor­pione : Simeo­ni, infat­ti, non poten­do mos­trare la parte nas­cos­ta dell’emisfero, sovrap­pone la Luna con il segno dia­me­tral­mente oppos­to, ma visi­bile, cioè il Toro. Tutte queste rif­fles­sio­ni sull’autoritratto tro­ve­ran­no la loro mas­si­ma espres­sione nel fron­tes­pi­zio delle Illustres obser­va­tions antiques che cata­liz­zerà le spe­ranze di cam­bia­men­to di for­tu­na del Simeo­ni, anche per­chè sarà com­pos­ta durante il suo qua­ran­ta­no­ve­si­mo anni­ver­sa­rio, anno cli­ma­te­ri­co fon­da­men­tale per lui. Il Petrar­ca ed il Fici­no sono i due inven­to­ri moder­ni del­la cre­den­za anti­ca nell’anno cli­ma­te­ri­co di ritor­no – per lo più – secon­do un ciclo di sette anni. Nel 1558, il Simeo­ni rag­giunge l’età di qua­ran­ta­nove (7x7) anni  in cui dove­va, secon­do il Fici­no (De Vita, II, 20), acca­dere un grande cam­bia­men­to, inoltre per­ico­lo­so, dovu­to all’influenza dan­no­sa di Saturno.