Questa impresa non è neutra. Il motto, infatti, INGRATIS SERVIRE NEFAS (« È funesto servire gli ingrati ») era quello dell’impresa di Thomas Mahieu/Maioli (di origine milanese) dal 1550 circa. Tuttavia, tra il 1552 e il 1554, Tommaso Maioli e Guillaume Roville si sono spesso incontrati in occasione della concessione dei privilegi reali : Simeoni conosceva Mahieu, almeno indirettamente. Come segretario della regina e tesoriere reale, Maioli poteva assumere un ruolo di mediazione e di protettore facendo beneficiare Simeoni di una ordinazione reale o, quanto meno, di un finanziamento. Sulla base dello studio delle rilegature dei suoi libri, Mahieu fa uso dell’impresa « Ingratis servire nephas » tra il 1550 e il 1558. La sua collezione di libri conta in particolare tre libri del Giovio e uno del Simeoni : Comentarii sopra alla tetrarchia di Vinegia, di Milano, di Mantova, et di Ferrara, Venise, Comin da Trino, 1548).
L’impresa dell’ingratitudine presentava probabilmente, inizialmente, il testo che segue, da cui ho tolto tutte le aggiunte successive :
« Et perch[e] io ho sempre udito dire […] per questo ho messa qui per ultima l’Impresa che […] la quale se io non diro ch[e] sia la piu bella di tutte per non mi vantare, dico almeno che ella sarà trovata la piu vera, et veramente conveniente à i te[m]pi nostri à causa della comune indiscretione & ingratudine del Mondo, Conciosia che havendo dal mio canto fatto sempre professione di viverre bene & virtuosa-[mente] » (f. 123v). Questa prima versione dell’impresa era consacrata all’ingratitudine del mondo, in una prospettiva stoicista che celebrava i virtuosi che coltivano l’onore senza gli onori, cioè Du Choul, Simeoni e Maioli.